Tbilisi, 16/07/2018
Signor Presidente,
Signori Ministri,
Autorità,
Gentili ospiti,
vorrei – innanzitutto – esprimere un sincero ringraziamento per le Sue significative parole e per l’accoglienza, davvero calorosa, riservata a me, a mia figlia e alla delegazione che mi accompagna.
Sono particolarmente lieto di rivederLa qui, Signor Presidente, dopo il cordiale e proficuo incontro dello scorso ottobre al Quirinale, nell’anno in cui la Georgia celebra il centenario dell’indipendenza, che l’Italia, significativamente, fu tra i primi a riconoscere.
La vicinanza temporale delle nostre visite e la sintonia di vedute che ne è emersa, costituiscono una testimonianza eloquente della particolare intensità delle relazioni tra Georgia e Italia.
Oggi come cento anni or sono l’Italia è vicina alla Georgia.
Ne condivide la tensione verso libertà, democrazia e pace; ne condivide l’apertura al dialogo e alle altre culture, simboleggiate dal comune impegno in Afghanistan. Ammiriamo la determinazione con cui preservate un’identità millenaria, testimoniata da una lingua unica al mondo. Apprezziamo l’equilibrio e la pazienza strategica che vi rendono fattore di pace e stabilità in un’area geografica di cruciale rilevanza per gli equilibri internazionali.
La Georgia, come l’Italia nel Mediterraneo, costituisce da sempre un ponte tra Europa e Asia. Entrambi i nostri Paesi sono espressioni di civiltà antiche, situate al crocevia di vicende storiche che hanno plasmato l’attuale assetto internazionale.
La Georgia è una delle culle dell’umanità, come testimonia la sensazionale scoperta dell’uomo di Dmanisi, sul cui sito paleontologi georgiani e italiani lavorano insieme.
Dalla romanità classica, e nel corso dei secoli, mercanti, missionari, viaggiatori e artisti hanno alimentato questo intenso rapporto, sulle vie della Seta, della fede e dell’amicizia.
Il grande poeta Shota Rustaveli – onorato con un busto dello scultore Nikoladze a Villa Borghese, a Roma – è il simbolo stesso di quel Rinascimento che la Georgia visse prima del resto d’Europa e che segnò la piena unificazione del Vostro Paese.
Ci lega – fra le altre cose – lo straordinario rapporto creatosi tra i nostri giovani, che nei primi anni ’90, grazie ai gemellaggi e ai soggiorni estivi tra Georgia e Italia – e con la Sicilia in particolare – hanno costruito e nutrito legami di affetto autenticamente familiare.
Queste relazioni così profonde ispirano ogni ambito del nostro dialogo, a cominciare da quello politico. Entrambi facciamo riferimento ai principi dell’inviolabilità dei confini e della pacifica convivenza.
L’Italia sostiene convintamente la sovranità e l’integrità territoriale della Georgia. La vostra sicurezza e stabilità ci stanno a cuore, come dimostrano le collaborazioni intraprese sul piano bilaterale e multilaterale.
Apprezziamo l’ancoraggio georgiano alla democrazia liberale e allo stato di diritto, che erano iscritti nella prima costituzione repubblicana e che guidano l’ammirevole sforzo riformatore su un percorso che guarda al rafforzamento del dialogo con l’Unione Europea.
L’Accordo di Associazione comprensivo dell’area di libero scambio con l’Unione Europea e la liberalizzazione dei visti – che l’Italia ha sostenuto con particolare convinzione – sono strumenti efficacissimi per riconoscere sempre più la prossimità dei georgiani all’Europa e viceversa, promuovendo prosperità e pace.
In campo economico, vi sono ampie prospettive di approfondimento della collaborazione in settori promettenti, come quello infrastrutturale, energetico ed agroalimentare.
Signor Presidente,
entrambi crediamo che occorra moltiplicare le occasioni di contatto e conoscenza tra i giovani, promuovendone la mobilità e i programmi congiunti di ricerca e lavorando insieme sui temi dell’innovazione e delle nuove tecnologie, oltre che sulle iniziative di promozione artistica e di valorizzazione del patrimonio culturale.
La storia ci unisce. Ma ancor più ci unisce il futuro.
E’ verso questo futuro di collaborazione e amicizia, Signor Presidente, che invito tutti i presenti a levare i calici, brindando al Suo personale benessere, alla prosperità della Georgia e dell’Italia e alla fratellanza tra i nostri popoli.
Salute! (Gaumarjos!)