Jerevan, 30/07/2018 (I mandato)
Signor Presidente,
Signora Sarkissian,
Autorità,
Signore e Signori,
ho accolto con vivo piacere l’invito a compiere questa Visita di Stato nella Repubblica di Armenia, la prima di un Capo di Stato italiano nel Suo Paese. La calorosa ospitalità riservata a me, a mia figlia e alla delegazione che mi accompagna testimonia dei profondi vincoli di amicizia che uniscono i nostri popoli e della particolare considerazione che Lei personalmente – Signor Presidente – nutre per l’Italia.
Nell’invito che mi ha rivolto all’indomani della Sua elezione a Presidente della Repubblica, ho altresì colto l’accento di un rinnovato slancio di collaborazione verso il nostro Paese. Le relazioni tra gli Stati vivono anche del calore di rapporti amichevoli, di stima e fiducia reciproche, e questo è precisamente il caso delle relazioni tra Armenia e Italia, che hanno radici profonde basate sul lascito di civiltà antiche.
Questa visita intende sottolineare le tracce indelebili di un cammino che ci unisce sin dal nostro passato remoto, la cui narrazione prende avvio con la colonna di Marco Aurelio, nel cuore della Roma antica.
Figure illuminate della cultura armena hanno lasciato una impronta indelebile nelle città della penisola, da Venezia a Bari, da Genova a Palermo. Il segno di esarchi illuminati nella Ravenna bizantina, come Narsete e Isacco, o il Governatore Mussele nella mia regione, la Sicilia, è parte del nostro patrimonio comune. Figli di queste terre, da San Gregorio l’Illuminatore a padre Mechitar, toccarono altissime vette nella spiritualità e negli studi teologici. Padova e Bologna ricordano lo straordinario contributo del chimico Giacomo Luigi Ciamician, senatore del Regno d’Italia, mentre a Milano è vivido il ricordo del genio operistico di Tigran Tchoukhajian.
La mia presenza, Signor Presidente, vuole rendere omaggio a questo straordinario e fecondo intreccio tra i nostri Paesi, e vuole altresì rendere omaggio alla nobile città che ci ospita e che celebra, quest’anno, i 2.800 anni dalla sua fondazione.
Armenia e Italia sono accomunate da una storia segnata da un lungo percorso di costruzione nazionale, di ricerca della libertà e della democrazia attraverso vicende di considerevole spessore storico e umano; da episodi di eroismo individuale e collettivo, da pagine di sofferenza che, nel caso del popolo armeno, hanno raggiunto apici di immane dolore e di sterminio.
È in questo spirito di sentita partecipazione a una storia nazionale alla quale guardiamo con profondo rispetto e amichevole vicinanza che l’Italia intende onorare il ricordo del centenario della Prima Repubblica armena. E intende farlo, soprattutto, nella prospettiva del fattivo contributo che i nostri Paesi, oggi – sia singolarmente sia attraverso le Organizzazioni Internazionali – intendono apportare alla stabilità e al dialogo nel contesto delle relazioni internazionali.
Il comune impegno sotto la bandiera delle Nazioni Unite, in favore della pace e della sicurezza del Libano, costituisce una testimonianza eloquente di questo contributo e della nostra amicizia.
Signor Presidente,
viviamo un’epoca caratterizzata da un’interdipendenza mai sperimentata in questa misura. Più che mai i destini dell’umanità appaiono indivisibili. I problemi che affrontiamo sono intrinsecamente globali e la loro soluzione non può prescindere dal perseguimento di risposte unitarie e coordinate. Questa nuova e crescente condizione spinge, con sempre maggior forza, al rispetto del diritto internazionale, al dialogo e al negoziato come strumento di risoluzione delle controversie e delle crisi, alla convinzione del comune interesse alla collaborazione, piuttosto che alla contrapposizione. Confidare esclusivamente in se stessi appare illusorio, un espediente destinato a rivelare ben presto tutta la sua inadeguatezza.
Armenia e Italia sono chiamate a svolgere un ruolo attivo sulla scena internazionale – con impegno, visione, responsabilità e condivisione – per promuovere una collaborazione a tutti i livelli, saldamente fondata sui valori e principi sanciti nelle nostre rispettive Costituzioni e sul rispetto dei diritti della persona umana.
Una collaborazione che possa contribuire alla stabilità dell’area caucasica e di quella mediterranea e che possa alimentare prospettive di pace, apertura e prosperità per tutti i popoli della regione e, soprattutto, per le giovani generazioni.
Signor Presidente,
gli eventi previsti nel programma di questa mia visita rispecchiano lo spessore della nostra collaborazione, caratterizzata da crescente successo e dalle prospettive di sempre nuovi traguardi. Con i nostri odierni colloqui, ai quali faranno seguito gli incontri con il Presidente dell’Assemblea Nazionale e il Primo Ministro, intendiamo imprimere un rinnovato impulso al dialogo politico bilaterale. Abbiamo già ricordato come molte e promettenti siano ancora le potenzialità da cogliere, in molteplici settori: dalla cultura alla ricerca, dagli scambi giovanili all’economia.
Sono certo che in tale contesto l’Accordo di “partenariato approfondito” tra l’Armenia e l’Unione Europea, recentemente entrato in vigore, consentirà ai rapporti tra Jerevan e l’Europa di compiere un deciso “salto di qualità”, contribuendo altresì ad un avvicinamento tra le regioni mediterranea e caucasica e valorizzando ogni ulteriore occasione di dialogo e di collaborazione tra queste aree.
Con questi sentimenti, Signor Presidente, levo il calice al Suo benessere personale, a quello della Signora Sarkissian e di tutti i presenti, alla prosperità del popolo armeno e all’amicizia tra i nostri Paesi.