La Valletta - Malta, 13/09/2017 (I mandato)
Signora Presidente,
La ringrazio per le espressioni di stima e amicizia verso l'Italia e per il cordiale benvenuto che ha voluto riservare a me e alla delegazione italiana fin dal nostro arrivo a Malta.
E' stato un piacere incontrarLa nuovamente, a così breve distanza dalla Sua gradita visita al Quirinale del gennaio scorso. Ritorno a Malta in Visita di Stato a due anni dalla precedente missione che ho compiuto, subito dopo la mia elezione, per testimoniare la profonda amicizia che ci lega. Un'amicizia e una relazione del tutto speciali, che affondano le loro radici, oltre che nella prossimità geografica, nella storia, nella cultura e nelle strette interrelazioni, sociali, culturali ed economiche, fra i nostri popoli. In questo Paese ricco di una storia plurimillenaria, arricchito da civiltà, di volta in volta protagoniste nelle diverse epoche, l'identità occupa un rilievo del tutto particolare. Memoria di sé e consapevolezza della propria peculiarità sono elementi diffusamente percepiti in una comunità così unita come la vostra, fiera del proprio passato, orgogliosa dei successi laboriosamente costruiti - a partire dall'indipendenza - e tenace nel perseguimento di un cammino di prosperità per l'avvenire.
L'Italia sente di nutrire una particolare affinità e amicizia verso questa parte del Mediterraneo. Dal messaggio di vicinanza e sostegno a Malta nel giorno della proclamazione dell'Indipendenza - pronunciato dall'allora Presidente del Consiglio dei ministri, Aldo Moro - tutti i Governi italiani hanno coltivato e alimentato il rapporto tra i due Paesi, traducendolo in forme concrete di reciproco sostegno.
Esperienze che vanno dal contributo alla sicurezza e stabilità del Mediterraneo - da cui ha tratto origine la missione italiana di cooperazione tecnica e militare - alla salvaguardia e restauro dell'immenso patrimonio storico-architettonico e culturale, come nel caso della cappella della Lingua italiana nella co-Cattedrale di San Giovanni e di preziosi siti archeologici; dai protocolli finanziari che hanno accompagnato l'avvicinamento di Malta all'Unione Europea alla ricerca, come dimostrato dalla recente firma di un protocollo di intesa fra il Comitato Nazionale delle Ricerche e l'Università di Malta in settori di assoluta avanguardia.
In tutti e in ciascuno di questi settori troviamo testimonianze dell'intensità e vitalità dei nostri rapporti, antichi e proiettati verso il futuro.
Oggi guardiamo alle sfide contemporanee, a quelle relative all'energia, ai cambiamenti climatici, alla salute, ricerca e innovazione, come ambiti ulteriori verso i quali sviluppare le sinergie fra tutte le istanze presenti nelle nostre società.
Senza, peraltro, trascurare la cultura, caposaldo dei rapporti tra i nostri due popoli e sempre rafforzato negli anni.
Signora Presidente,
viviamo oggi un delicato passaggio per gli equilibri internazionali, che interpella l'Europa.
I nostri Paesi amano la pace e credono convintamente nell'importanza del multilateralismo e di un sistema di relazioni internazionali nel quale le Nazioni Unite rappresentino un'istanza centrale e ineludibile. Abbiamo collaborato strettamente durante la Vostra recente Presidenza dell'Unione Europea e l'Italia ha molto apprezzato il sostegno di Malta alle celebrazioni dei sessant'anni dei Trattati di Roma. Insieme ai membri dell'Unione abbiamo sottoscritto la "dichiarazione di Roma", che vuole segnare un punto di avvio e un "salto di qualità" nel percorso di integrazione continentale.
Abbiamo voluto e vogliamo mandare un segnale di fiducia ai nostri cittadini che invocano sicurezza, prospettive di crescita e maggiore coesione sociale.
In questo contesto, grazie alla comune posizione geopolitica, sentiamo ancor più viva l'esigenza di farci promotori del dialogo con la sponda Sud del Mediterraneo. Di fronte alla minaccia del terrorismo - e nel respingere il tentativo di strumentalizzare il messaggio di pace, tolleranza e convivenza insito in ogni religione - rinnoviamo forte il nostro appello al rispetto dei valori universali, di libertà, democrazia e stato di diritto. Riteniamo imprescindibile lavorare insieme ai Paesi vicini per rinnovare la vocazione naturale del Mediterraneo, che ha sempre rappresentato uno spazio di unione, una culla di civiltà, un crogiolo di culture aperte l'una verso l'altra, un mosaico nel quale la diversità è sempre stata sinonimo di ricchezza.
Non è questo il Mediterraneo, che la cronaca odierna ci consegna. Un mare divenuto in questo periodo un luogo di sofferenze, di traffici disumani e troppo spesso di morte.
In questo contesto, la Valletta è divenuta un simbolo. Qui, infatti, nel novembre 2015 e di nuovo nel febbraio scorso, abbiamo cominciato a rafforzare il partenariato dell'Europa con i Paesi africani, di origine e di transito, dei flussi migratori nel Mediterraneo.
L'Italia è fortemente impegnata su questa strada, attraverso iniziative politiche e diplomatiche, e mettendo a disposizione ingenti risorse umane e finanziarie.
Ma occorre fare molto di più ed occorre farlo insieme ai nostri partner africani: occorre riaffermare in pieno il carattere del Mediterraneo come legame di civiltà, vigilando sulla libertà degli scambi, e prevenendo le attività illecite, prima fra tutte quella del traffico di esseri umani.
Sono compiti che Malta e l'Italia, da anni, stanno assumendo in prima linea. Simili sfide, però, non possono essere affrontate compiutamente da avanguardie generose, Esse richiedono una collaborazione sempre più convinta ed efficace, al livello regionale, europeo e internazionale.
In questo spirito, ritengo doveroso manifestare la volontà di individuare e perseguire soluzioni durature alle questioni bilaterali ereditate dal passato e ancora irrisolte, guardando con fiducia al futuro, ad una relazione matura e consapevolmente incardinata nella comune appartenenza all'Unione Europea.
Con questi auspici, Signora Presidente, levo il calice al benessere Suo e del Suo consorte, alla prosperità del popolo maltese e alla profonda amicizia tra i nostri due Paesi.