Lussemburgo, 10/06/2025 (II mandato)
Altezza Reale,
desidero esprimere sentimenti di gratitudine a Lei ed a Sua Altezza Reale la Granduchessa, anche a nome di mia figlia e della delegazione che mi accompagna, per la calorosa accoglienza che ci è stata riservata sin dal nostro arrivo.
Tra poche settimane, il popolo lussemburghese si riunirà per celebrare la Festa Nazionale e i venticinque anni di Regno delle Vostre Altezze Reali.
Sono stati anni di cambiamento e di sfide per il panorama globale ed europeo, anni nei quali abbiamo potuto apprezzare l’importanza dei nostri profondi e autentici legami.
La storia del Lussemburgo e dell’Italia, radicata nella comune identità europea, ha origini antiche.
Un percorso parallelo che è proseguito nei secoli attraverso un susseguirsi di evoluzioni e, talvolta, di risvolti drammatici. Abbiamo da poco ricordato insieme gli ottanta anni dalla conclusione della Seconda Guerra mondiale: entrambi i nostri Paesi ebbero a vedere messa in discussione la propria indipendenza con l’invasione da parte del Terzo Reich. Entrambi i Paesi ebbero modo di verificare il valore della realizzazione di un sistema internazionale in grado di garantire la libertà dei rispettivi ordinamenti.
E’ con orgoglio che possiamo riscontrare come - anche grazie ai leader politici di Lussemburgo e Italia dell’epoca - il continente europeo sia riuscito nell’obiettivo di lasciarsi alle spalle le lacerazioni per puntare a un futuro di pace e prosperità condivise.
E’ stato un percorso senza esitazioni quello che ci ha visto uniti nella Nato nel 1949, nella realizzazione della Comunità del Carbone e dell’Acciaio nel 1951, nella generosa impresa della Comunità di Difesa nel 1952, infine nei Trattati di Roma del 1957 che dettero avvio alla storica esperienza dell’Unione Europea.
A buon diritto, Granducato del Lussemburgo e Repubblica Italiana possono considerarsi tra i fondatori dell’Europa odierna.
Pace, prosperità, giustizia sociale, nel progetto di integrazione europea, sono radicate nella democrazia, nel rispetto dei diritti umani e nella libertà per tutti i popoli.
Lussemburgo, con istituzioni come la Corte di Giustizia Europea, la Corte dei Conti, la Banca Europea degli Investimenti è, oggi, una delle capitali dell’Europa unita: un Paese che ha saputo fare dell’integrazione e della convivenza un vero punto di forza, e che ha accolto ed accoglie tanti cittadini europei di origine italiana.
Ricorrono, quest’anno, settanta anni dalla Conferenza di Messina, durante la quale i sei Paesi fondatori della Ceca posero le basi per il percorso di integrazione europea. E desidero ricordare, qui, una delle figure protagoniste di quel percorso, l’insigne statista lussemburghese Joseph Bech, che di quella Conferenza fu presidente.
Nuove prove la vicenda internazionale presenta continuamente. Ad esse dobbiamo far fronte nel medesimo spirito di cooperazione e fermezza sui valori.
Altezza Reale,
il Lussemburgo è divenuto la casa di tanti italiani. Oltre un secolo è passato dai primi arrivi di connazionali per lavorare nelle miniere e nelle acciaierie. Oggi Lussemburgo è un caleidoscopio di talenti che si sono qui raccolti. Un’esperienza di integrazione e di convivenza che è parte della grandezza d’Europa.
È dai rapporti tra le nostre rispettive società, tra i nostri popoli, che la fratellanza tra i nostri due Paesi trova sempre nuovo vigore, uniti come siamo da una radicata comunione di valori.
È con questi sentimenti che brindo all’amicizia fra i nostri due Paesi e formulo a Lei, a Sua altezza Reale la Granduchessa, al Granduca ereditario e a tutto il popolo lussemburghese, i migliori auguri di benessere, prosperità e pace.