Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha incontrato al Quirinale gli studenti delle Scuole secondarie di secondo grado che gli hanno rivolto alcune domande.
Di seguito una sintesi dell'incontro:
Domanda: «Qual è, secondo la sua esperienza di docente e uomo di Stato, il contributo che il mondo della scuola e quindi noi studenti possiamo offrire per rimuovere e superare qualsiasi disparità sociale?»
Presidente: «La scuola è lo strumento più importante per combattere le diseguaglianze perché è la cultura che consente di rimuovere l'ingessatura sociale, quella per cui per tanto tempo, nel passato, le nuove generazioni facevano sempre il lavoro delle precedenti; e c'erano talenti di grandi qualità che restavano inespressi perché non potevano accedere alla cultura, allo studio, alla preparazione.
La scuola è l'elemento più dirompente contro l'ingiustizia sociale e l'immobilità. E la mobilità sociale è un obiettivo presente nella nostra Costituzione: l'articolo 3, nel suo splendido enunciato, dice che la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che impediscono il pieno esprimersi delle personalità, di ciascuna persona.
Questo è un obiettivo della Repubblica, della Costituzione, e quindi la scuola è lo strumento principale per questo.
Ciò significa una scuola che sappia far esprimere i talenti di ciascuno, che non discrimini; una scuola in cui vi sia una collaborazione tra tutti: gli studenti perché partecipino in maniera consapevole e attiva al progetto educativo, gli insegnanti, i docenti, i professori, perché sappiano tirar fuori da ciascuno quello che ha da esprimere.
La tradizione del nostro corpo docente nelle scuole non è quella di interpretare il proprio ruolo in maniera burocratica, ma di capire che ogni classe è fatta da tante persone, ognuna delle quali ha il suo percorso, il suo modo di apprendere. E quindi occorre saper modulare - riferito a ciascuno - il modo in cui si insegna.
Il consentire a ciascun studente di esprimersi con libertà, senza condizionamenti economici o sociali di provenienza, riguarda però anche le famiglie perché il patto educativo con la famiglia è di grandissima importanza.
In queste settimane abbiamo ascoltato spesso notizie di aggressioni ai docenti. Si tratta di episodi incivili e inammissibili. Ma quando i genitori si permettono un atteggiamento di contrapposizione alla scuola vanno anche contro l'interesse dei propri figli, perché sono la collaborazione, il dialogo, lo scambio di opinioni tra famiglia e scuola che consentono a ciascun ragazzo e ragazza di esprimersi con pienezza. Qui vi è la chiave per rompere ogni diseguaglianza sociale».
Hanno partecipato all'incontro: Liceo delle scienze umane "G. Mazzini" di Locri (RC); Liceo artistico musicale Misticoni Bellisario di Pescara; Istituto Luciano Dal Cero di San Bonifacio (VR); Istituto superiore Carlo Dell'Acqua di Legnano (MI), Liceo classico statale Mario Cutelli di Catania; Istituto Vincenzo Dandolo di Bargnano di Corzano (BS); Liceo classico Pilo Albertelli di Roma; Istituto Galileo Galilei di Roma e Istituto Pastori di Brescia.
Roma, 22 febbraio 2018