Con generosa abnegazione interveniva in soccorso di un ragazzo che, con intenti suicidi, si era gettato in mare da un ponte.
Individuato il malcapitato, ferito e incosciente, alle pendici di una scarpata molto ripida e constatata l’impossibilità di procedere alle operazioni di salvataggio mediante elisoccorso o gommone, si tuffava in mare e, unitamente al personale dei Vigili del Fuoco, riusciva a raggiungere il ferito e a trasportarlo, tramite una barella, a un mezzo di soccorso approntato nelle vicinanze.
Chiaro esempio di non comune senso del dovere e di elette virtù civiche.
5 marzo 2012 – Livorno