Palazzo del Quirinale, 18/03/2024 (II mandato)
Benvenute e benvenuti al Quirinale. È davvero un piacere incontrarvi per farvi gli auguri per i 207 anni di vita del Corpo di Polizia penitenziaria.
Ne ho parlato poc’anzi nel colloquio con il Capo Dipartimento. Abbiamo parlato dei vari problemi, delle esigenze, e lo ringrazio per l’esposizione così puntuale che ha fatto.
Avete un compito di grande rilievo, caratterizzato da aspetti di grande delicatezza. Vi sono vari profili, contrassegno del vostro impegno: da quello della indispensabile sicurezza a quello finalizzato alla rieducazione per il possibile reinserimento nella vita sociale dei detenuti.
In questo ambito si svolge il vostro impegno, tra questi due pilastri dell’attività.
Pochi giorni fa abbiamo avuto al Quirinale due giovani detenuti - due minori - che hanno fatto uno stage di alcuni giorni nella nostra cucina, accompagnati da vostri colleghi.
Altre volte ho incontrato qui, o altrove, dei detenuti, accompagnati da vostri colleghi, giovani e meno giovani, per vedere esposta la loro attività e incoraggiarli.
Sono piccoli gesti simbolici, ma che vogliono essere, in realtà, dei messaggi perché tutte le istituzioni, a qualunque livello, e tutti i corpi sociali, si sentano non estranei al mondo penitenziario, ma chiamati a fornire collaborazione per quanto avviene dentro il mondo degli istituti penitenziari.
E il vostro impegno in questo ambito, su due pilastri – ripeto: sicurezza e rieducazione - so che viene assolto con dedizione. E - so bene - anche con grandi sacrifici, con professionalità. Come poc’anzi ricordava il Capo Dipartimento, professionalità crescente, costantemente aggiornata.
Elemento fondamentale - questo della professionalità - che comporta un’esigenza di controllo di tutto, anche di se stessi, naturalmente, e che richiede un rispetto dei confini della professionalità, del comportamento professionale.
Questo è importante, e voi lo sapete meglio di chiunque altro, assai meglio di me. Perché la vostra autorevolezza, la vostra autorità, necessaria negli istituti, è esaltata dalla professionalità piena e autentica, dal muoversi dentro questi confini di professionalità.
Questo, naturalmente, ha un grande pregio, particolarmente per le grandi difficoltà che contrassegnano l’ambiente in cui operate. Condizioni particolari, piene, appunto, di difficoltà.
Questo richiede un sovrappiù di professionalità, e io vi ringrazio per il lavoro che spiegate e per l’impegno che viene manifestato dall’amministrazione di svilupparla il più possibile, costantemente.
Conosco, naturalmente, altri ostacoli che gravano sul vostro compito e le vostre attività. Ostacoli che richiamano il compito di altre istituzioni. Dal sovraffollamento carcerario, che rende difficile il vostro lavoro, molto più di quanto non dovrebbe essere, alle carenze di organico che pesano certamente, sovraffaticando il compito di ciascuno di voi, a quello che, in questo momento, è forse un elemento prioritario: l’esigenza di assistenza sanitaria dentro gli istituti penitenziari. È un’esigenza diffusa, ampia, indispensabile; la mancanza della quale fa sì che su di voi ricadano esigenze, sollecitazioni, richieste che non rientrano nei vostri compiti e nelle vostre funzioni.
Per questo è indispensabile che si affronti sollecitamente questo aspetto di un’efficace assistenza sanitaria dentro gli istituti penitenziari.
Tutti questi aspetti richiedono interventi urgenti: completamento di organici, risposte al sovraffollamento carcerario e – ripeto - sopra ogni cosa, assistenza sanitaria.
Il numero dei suicidi nelle carceri dimostra quanto sia importante e indispensabile affrontarlo immediatamente, con urgenza.
Tutto questo va fatto per rispetto dei valori della nostra Costituzione, che poc’anzi il Capo Dipartimento evocava e ricordava; per rispetto del vostro lavoro; per rispetto della storia del Corpo di Polizia penitenziaria e dei suoi caduti: vittime del terrorismo, della criminalità, e che ricordiamo con commozione.
Anche per rispetto del loro sacrificio vanno assunti, dalle istituzioni, i provvedimenti necessari e le iniziative indispensabili, per rispetto della dignità di chi, negli istituti carcerari, lavora, e di chi vi è detenuto.
Grazie per quanto fate e auguri per il vostro lavoro.