Palazzo del Quirinale, 06/09/2024 (II mandato)
Benvenuti al Quirinale.
È un vero piacere incontrare qui la famiglia dell’AIAS per festeggiare i settant’anni dell’associazione.
Avervi qui è una festa anche per il Quirinale. Vedete, questo è il Salone delle Feste - questo è il nome di questa grande sala - ed è adatto per festeggiare i settant’anni e per accogliervi qui.
Poc’anzi ho incontrato un’altra parte della delegazione presente.
È davvero un gran piacere incontrarvi e farlo con la presenza del Capo della Polizia.
La vicinanza e la collaborazione con quanto fa l’AIAS è la dimostrazione della sensibilità sociale del Corpo della Polizia ed è un elemento qualificante della nostra Polizia di Stato, che si esprime anche con il sostegno agli atleti olimpici e paralimpici, che appunto stanno mietendo grandi successi.
Benvenuti! Settant’anni sono una storia davvero molto lunga. Colpisce che siano cominciati per decisione, iniziativa dei familiari che avevano dei loro componenti in condizione di difficoltà e che, registrando carenze delle strutture pubbliche, si sono attivati con iniziativa, con inventiva, con coraggio anche, per dar vita a un’associazione che si occupasse di questo grave versante, importante versante di solidarietà.
E l’AIAS ha mantenuto questo carattere in questi decenni perché è rimasta un’associazione di famiglie, che si è sviluppata, naturalmente. La presenza - mi pare che sia in 18 regioni - con oltre 2 milioni di prestazioni annuali - come lei ha ricordato - con una articolazione ampia e importante - come lei diceva, Presidente - con dipendenti, con collaboratori, medici, operatori sanitari, con volontari. C’è un’articolazione che esprime una volontà di solidarietà e una pratica di solidarietà ampia e preziosa.
Per questo, è un piacere incontrarvi e darvi il benvenuto e farvi gli auguri per i prossimi decenni di attività.
Naturalmente, sapendo che il fatto che le famiglie interessate si adoperino, insieme ad altri che avvertono la stessa spinta alla solidarietà, non rimuove il dovere dello Stato e delle Istituzioni di occuparsi di questi problemi e della cura, che va assicurata a tutti quelli che hanno bisogno di sostegno.
Il numero di soggetti, di persone di cui l’AIAS ha cura è molto alto - come lei ha rammentato -, all’incirca 20.000 all’anno, e dimostra quanto sia ampia l’esigenza che c’è. Per questo c’è un’esigenza che le Istituzioni non siano estranee a questo compito, a questo impegno.
In questo momento quello che volevo dirvi è: auguri per i settant’anni, grazie per quello che fate. La riconoscenza della Repubblica per l’impegno che svolgete è davvero molto grande e io desidero qui esprimervela.
Auguri e grazie.