Palazzo del Quirinale, 13/09/2024 (II mandato)
Benvenute e benvenuti al Quirinale.
Non pronuncerò molte parole, in aggiunta a quelle, di così alto interesse, che hanno adeguatamente accompagnato la splendida lettura che lei ha fatto di questo brano di Alessandro Manzoni.
E ringrazio molto il Presidente Andrea Riccardi, Edith Bruck, Susanna Tamaro e Giulio Ferroni.
Rivolgo un saluto a tutti i presenti, al Ministro, a tutti coloro che sono impegnati a vario titolo, con vari ruoli, con varie responsabilità, in questo straordinario percorso della Dante Alighieri.
Realizzare qui, svolgere qui, effettuare qui, l’apertura dell’84° Congresso della Dante Alighieri, vuol testimoniare, da un lato, la grande importanza dei compiti che le sono affidati. Dall’altro, vuole testimoniare, l’apprezzamento profondo e la riconoscenza per l’opera che la Dante Alighieri svolge.
È una costellazione che poc’anzi il Presidente Riccardi ha illustrato. I tanti comitati, le scuole all’estero, la piattaforma. Vi si aggiunge quella coppia di strumenti del Ministero degli Esteri: degli Stati generali della lingua e della rete di Istituti di cultura italiana all’estero.
Ma questa rete è animata, in realtà, non soltanto da grande capacità, perizia, professionalità, ma, soprattutto, da una grande passione. Che consente di conseguire grandi risultati, che non sono inferiori a quelli di altri grandi Paesi europei, malgrado la grande differenza che vi è di supporto pubblico.
E su questo fronte, il nostro Paese è stato sempre, per motivi di bilancio, diciamo piuttosto indietro, rispetto a quello che hanno fatto i grandi Paesi europei per la loro lingua.
Ma la Dante copre questo versante. E la passione consente di supplire a questo minor sostegno pubblico.
Grazie per quello che fate.
È una bella definizione quella del Congresso. Che ha avuto già una prima parte - come sappiamo - in Argentina. Scelta, non a caso, per la grande quantità di nostri cittadini di origine italiana, di nostri connazionali che vivono lì.
L’America latina, come ha sottolineato il Presidente Riccardi, è un ambito di particolare importanza per l’attività della Dante.
Sono stato di recente in Brasile e anche lì registrando non soltanto l’ampio numero - il 30% ed oltre - di brasiliani di origine italiana, ma il legame con l’Italia, che non incide per nulla nell’essere orgogliosamente brasiliani; così come in Argentina, come in Paraguay, come in Uruguay, come ovunque, ma mantiene, con molto affetto, forza, determinazione, il contatto con la cultura e con la civiltà italiana.
Questo avviene nei Paesi con grande presenza di origine italiana, ma avviene anche, come ha sottolineato il Presidente Riccardi, in altri Paesi, dove non vi è questa condizione, ma che avvertono, interesse, simpatia - come lui ha detto - nei confronti della lingua italiana.
Questo giustifica la definizione - ripeto - dell’“L’Italiano, luce nel mondo”, che, in fondo, ha avuto una conferma da quell’inno alla lingua italiana che poc’anzi ha pronunziato Edith Bruck.
È un grande ruolo quello della Dante, ma ripeto, è fatto e svolto con grandi risultati, per la dedizione umana che dentro vi viene collocata.
Grazie per quanto fate.
Auguri per la vostra attività.