Mirandola, 29/05/2017
Rivolgo un saluto ai presenti, anzitutto ai familiari delle vittime del terremoto di cinque anni fa, al Presidente della Regione, al Sindaco e ai Sindaci della Provincia: sulla loro attività è ricaduto il peso dell'emergenza della ricostruzione.
All'attività da sempre impegnativa dei sindaci si è aggiunto un fardello, un impegno particolarmente intenso che, a distanza di cinque anni, vede un risultato di grande importanza.
Oggi ricorrono cinque anni dalla seconda scossa di terremoto del 29 maggio. Lo abbiamo visto nel filmato che ci ha ricordato i ventotto morti, i trecento feriti, le tante migliaia di sfollati. Quindi il primo pensiero che rivolgiamo è naturalmente per loro, per le vittime, per i morti, per le sofferenze patite. Si è condiviso allora, qui e in tutta Italia, il dolore per quel che era avvenuto, e la condivisione è stata anche il centro e forse il motore principale della ricostruzione.
Probabilmente allora molti avevano dei timori: il timore che il tessuto sociale si potesse disgregare, che il tessuto produttivo, lacerato e colpito , subisse ferite non rimarginabili, che si potesse creare una fuga dai territori colpiti.
La vostra capacità e la vostra volontà hanno vanificato queste paure e hanno avviato una ricostruzione di grande successo. È stata un'opera impegnativa e importante che ha trovato le basi nella cultura di queste zone, nella capacità di reazione del tessuto sociale, in quella cultura del lavoro e dell'impegno che, trasmessa di generazione in generazione, ha reso questi territori sempre capaci di affrontare difficoltà e di superarle.
L'evento di cinque anni fa ha ricordato ancora una volta al nostro Paese: la fragilità del nostro territorio nazionale. Tre anni prima vi era stato il terremoto dell'Aquila, quattro anni dopo i terremoti che, in tre riprese violente, hanno colpito le quattro Regioni del Centro Italia.
Questi eventi richiamano l'esigenza di curare il nostro territorio, di mettere in sicurezza le sue strutture abitative e produttive. Qui avete ricostruito e state ancora ricostruendo con garanzie di sicurezza, con standard avanzati, più sicuri, con condizioni di maggiore tranquillità: sono condizioni che vanno estese ovunque, che vanno realizzate anche nelle zone colpite di recente.
Le nostre riflessioni di stamattina sono di grande significato. L'Architetto Cucinella ha appena sottolineato la bellezza della ricostruzione, il valore della bellezza dell'architettura. È vero: studiare in una scuola bella e confortevole consente di studiare meglio; lavorare in un'azienda accogliente consente di lavorare meglio, e così in qualunque luogo di lavoro.
La ricostruzione non è fatta soltanto da pietre, ma anche da valori e da scelte; e voi avete scelto come priorità le scuole e le aziende.
Vorrei rivolgere un ringraziamento e un apprezzamento molto grandi al corpo docente delle scuole che ha consentito di non interrompere l'attività: è stato il primo segno non soltanto della volontà di continuare ma della capacità di riprendere la vita normale malgrado quanto avvenuto. Non poteva essere che così, d'altronde, nella terra di Pico della Mirandola.
Il terremoto ha colpito, qui più che altrove, il tessuto produttivo, ma le aziende sono state capaci attraverso l'opera e il merito di imprenditori e lavoratori di far fronte a quanto avvenuto e di riprendere con vigore migliorando addirittura le conduzioni produttive.
Certo, c'è stata la solidarietà dell'intero Paese, vi è stato il sostegno della dimensione pubblica, vi è stata - e va ricordata - un'efficienza delle amministrazioni che ha sorretto questo impegno, ma il merito di imprenditori e lavoratori è davvero esemplare.
Questo impegno e queste condizioni consentono oggi di guardare sempre con rimpianto e dolore a quanto avvenuto, ma di guardare con fiducia il presente e il futuro.
Vi è ancora altro da fare, come hanno ricordato il Presidente della Regione e il Sindaco, per quanto riguarda i centri storici, gli edifici pubblici: essi costituiscono l'identità del territorio, ma proprio per questo sono edifici che necessitano una ricostruzione più pazienti. È stato giusto dare la precedenza a scuole e imprese. Non è soltanto per la complessità delle procedure dei centri storici, è anche perché sono realtà e punti di riferimento che possono attendere, perché rappresentano l'identità.
Ma anche quello è un impegno in corso e la ricostruzione che state continuando a svolgere è davvero di grande importanza ed è un esempio anche per altre zone.
Questo non è un giorno di festeggiamenti, è un giorno di apprezzamento per quello che si è fatto, ma è anche l'occasione per confermare l'impegno di completare pienamente la ricostruzione.
E io vorrei dirvi soprattutto che in questo impegno avete il sostegno di tutta l'Italia.