Giovane e ardente finanziere, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 aderiva alla resistenza, aggregandosi ad una divisione partigiana che lo incaricava di svolgere delicate e pericolose azioni informative. Infiltratosi nell’ufficio politico di una questura fascista repubblicana, forniva preziose informazioni che consentirono di evitare la cattura di numerosi partigiani. In tale veste riuscì a far pervenire ai comandi partigiani il piano dettagliato per l’attacco alla città di Alba, proclamatasi repubblica autonoma, consentendo ai difensori di protrarre la resistenza oltre ogni logico limite. Catturato dai fascisti, riusciva a fuggire, ma si riconsegnava ai suoi carnefici per ottenere la liberazione della sua giovane sposa, presa in ostaggio. Dopo interminabili sevizie, veniva fucilato assieme ad altri compagni, nel giorno della liberazione, dando esempio di luminoso spirito di sacrificio, eccezionale senso del dovere, prorompente anelito alla libertà ed eroico sprezzo della morte. Castello Alfero (Cuneo), 8 settembre 1943 – 25 aprile 1945